Progetto

Segno a quattro mani _ FESTIVAL LANA LIVE 2024

ALL'INTERNO DEL FESTIVAL DI LANA LIVE 2024: ----------------------------------------- https://lanalive.it/it/casa/-------------------------- Ritmi rituali: pratiche moderne, echi antichi (Ritual Rhythms: Modern Practices, Ancient Echoes) La mostra collettiva Ritmi rituali: pratiche moderne, echi antichi con Vinzenz Aubry, Valentina Cavion, Tatiana Pakhmutova, Mike Rijnierse e Rob Bothof, a cura di Annika Terwey, approfondisce il mutevole panorama delle pratiche rituali. Ambientata sullo sfondo dell'esplorazione dei rituali e del loro significato nella società contemporanea, tema al centro dell’edizione 2024 del festival culturale LanaLive, questa mostra offre un viaggio attento e consapevole attraverso varie interpretazioni artistiche delle esperienze rituali. La mostra si svolge a Sant'Ippolito a Narano, uno degli insediamenti più antichi dell'Alto Adige. I reperti archeologici trovati in loco, risalenti al IV millennio a.C., testimoniano azioni rituali di tipo sacrificale. Nella storia più recente, il sagrestano di Sant'Ippolito aveva il compito di suonare le campane all’arrivo dei temporali. Tuttavia, a causa della posizione esposta della chiesa, erano frequenti la caduta dei fulmini e non pochi furono i morti. Per questi fatti la chiesa venne soprannominata “della maledizione". Oggi le campane non vengono più suonate con l’arrivo dei temporali, ma il luogo continua ad essere teatro di rituali più o meno privati. Negli ultimi anni, ad esempio, sul colle della chiesa si è affermata la celebrazione della Notte di Valpurga. Le artiste e gli artisti coinvolti in Ritmi rituali: pratiche moderne, echi antichi realizzeranno nella Chiesa di Sant'Ippolito opere che trattano di antiche pratiche rituali e le reinterpretano. L'approccio dei lavori in mostra si differenzia nel linguaggio formale, invitando gli spettatori a riflettere sul significato dei rituali per la società e per sé stessi in un'era di cambiamento tecnologico e trasformazione sociale. Nell'opera Sino di Mike Rijnierse e Rob Bothof la funzionalità della campana in bronzo di una chiesa viene sovvertita, perdendo il suono e il ritmo che caratterizzano questo oggetto. Il suono ora non viene prodotto dal colpo del batacchio, ma da un risonatore. Sino non serve da allarme, come nel caso, ad esempio, delle campane che segnalano l’arrivo del maltempo. L'opera visualizza e apre la questione di come l'influenza del progresso tecnico si riverberi sui rituali tradizionali e i ritmi sociali della vita. Cosa succede alle tradizioni e ai rituali quando i ritmi sociali esistenti vengono capovolti? Il lavoro di Vinzenz Aubry Ascend, come anche Sino, si basa sul suono. In questo caso ad essere centrale è il desiderio umano di illuminazione. L'aspirazione ad una conoscenza più profonda dell'esistenza è radicata nell'esistenza umana e può essere riscontrata già nelle società preistoriche attraverso i reperti archeologici. Aubry visualizza e mette in musica questo desiderio di illuminazione in un'esperienza sonora coinvolgente. Le campane tibetane suonate meccanicamente creano un'illusione multitonale che trasmette una tensione verso un obiettivo che però non viene mai raggiunto. L'opera Segno a quattro mani di Valentina Cavion è invece dedicata al simbolismo dei rituali quotidiani, a quelle piccole azioni quotidiane a cui solitamente viene data poca attenzione. In diversi ambiti, come ad esempio la psicologia, queste azioni apparentemente banali ricevono sempre più attenzione perché possono avere un impatto positivo sul ritmo della vita fornendo struttura e sostegno. Camminado attraverso l’opera di Cavion si incontra una finestra colorata e luminosa e ci si avvicina ai sussurri di una voce computerizzata. Nel suo lavoro New Faith, Tatiana Pakhmutova affronta la questione di come il mondo sempre più digitalizzato e l'uso di strumenti tecnologici influenzino la spiritualità e i rituali tradizionali. Tuttavia, la crescente integrazione della tecnologia nella vita privata quotidiana e nel benessere non cancella rituali e comportamenti quasi religiosi, ma mostra che le persone ad essi tornano ed essi cercano anche nell’era digitale. Insieme, tutte le opere d’arte si interrogano su come il progresso sociale e tecnico modelli la spiritualità e i rituali contemporanei. Inoltre, tutte le opere esposte sottolineano l'importanza dei rituali e dei ritmi, nonché il fatto che la spiritualità sia qualcosa di inevitabile nella nostra vita. Le artiste e gli artisti: Vinzenz Aubry, Ascend Valentina Cavion, Segno a quattro mani Tatiana Pakhmutova, New Faith Mike Rijnierse & Rob Bothof, Sino Vernissage: 24.05.24 , 18.30 Uhr Periodo e orari di apertura: 25.05.24 - 02.05.24 14:00 – 17:00 https://lanalive.it/it/casa/

Quest’opera è il risultato di una riflessione sulla ripetizione di gesti. Il contesto e l’ispirazione di “Segno a quattro mani” derivano da una profonda riflessione sulla ritualità presente nei gesti quotidiani, con un’attenzione particolare alla loro potenza simbolica. L’opera si compone di più sequenze di scatti, catturando quattro movimenti distinti delle mani che corrispondono al segno della croce. Un’ azione ripetuta giornalmente diventa una cerimonia che svela la ritualità intrinseca al gesto stesso. Tutto si compie all’interno di un’idea di infinito sebbene inesorabile raggiungere una fine dettata da fattori imprescendibili. Una reiterazione ossessiva che si traduce in sequenze che creano una sorta di narrazione visiva. Il gesto quotidiano del segno della croce diventa un rituale propiziatorio, tralasciando un senso di spiritualità, quello che prevale diventa il gesto implicito nelle azione stessa. Viene immortalata la bellezza e la profondità di un gesto comune, con cui si sottolinea la ricerca di significato e la connessione con la necessità di abitudini che creino una certa stabilità nel contesto della vita di tutti i giorni. Come un talismano che contribuisce a vivere la giornata con maggiore positività. Viene usata una luce naturale che crea un contrasto delicato, mettendo in risalto le mani in movimento e creando un'atmosfera di raccoglimento. Durante il processo creativo, si catturano le sequenze in varie sessioni cercando di immortalare la naturalezza e la spontaneità del gesto. Anche per questo le dimensioni del singolo scatto vengono ridotte al minimo, incoraggiando lo spettatore ad avvicinarsi, rivelando così i dettagli e invitandolo a riflettere sulla ripetizione. Proprio nel momento in cui ci si avvicina, ci si accorge dell’atto che si sta compiendo; quasi come nei provini dei rullini analogici ci si ritrova a scegliere l’immagine per ricomporla nel suo insieme di azione compiuta. Un’invasione dello spazio con i suoi multipli che destabilizzano al primo impatto per poi richiedere la giusta attenzione nei dettagli. Si vuole evidenziare la bellezza e la profondità insite nei gesti quotidiani, spesso trascurati, ma essenziali. Si auspica una riflessione sulla ritualità presente nella vita, cercando stabilità in azioni apparentemente semplici ma cariche di significato.

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